Ex San Giovanni di Dio: i vincoli sono vincolanti

“Dalla Regione Lazio c’è il precedente dell’ospedale San Giacomo. Importanti le parole dell’erede Vespucci di oggi. Lunedì domanda di attualità”


Antonella Bundu, Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune

Quando venne fuori la proposta del Comune di Firenze di “prendere atto” del mancato uso di Villa Basilewsky per servizi socio-sanitari, avevamo richiamato la vicenda dell’ospedale San Giacomo di Roma. La Corte di Cassazione – “dopo 5415 giorni” – ha infatti riconosciuto le ragioni della famiglia erede del Cardinale Salviati, che aveva lasciato l’edificio con un preciso vincolo.

Ci era stato risposto che Palazzo Vecchio non aveva possibilità, rispetto alla Regione e alla AUSL Toscana Centro: servivano eredi. E una erede oggi si espone sulla stampa per l’ex San Giovanni di Dio.

Per quanto ci riguarda, politicamente non abbiamo dubbi, anche alla luce della recente vicenda laziale.

Pensiamo sia utile fare il punto: l’AUSL Toscana Centro ha chiesto di realizzare nell’edificio residenza, con una parte destinata a direzionale e servizio.

La Giunta ha dichiarato di accogliere l’osservazione, eliminando l’individuazione di “dotazioni territoriali pubbliche – servizi collettivi”.

Il 22 dicembre 2023 la Giunta si riunisce. Fa riferimento all’Housing Sociale e stabilisce criteri precisi. In caso di nuove costruzioni sopra i 2.000 mq non si può monetizzare o delocalizzare l’edilizia residenziale convenzionata. Ma Ex San Giovanni di Dio non è nuova costruzione. Si esclude monetizzazione in caso di nuova costruzione previa demolizione sopra i 2.0000 mq. Ma Ex San Giovanni di Dio non è nuova costruzione previa demolizione. In che categoria ricade? Ci sembra di capire che sia negli interventi conservativi che interessano una superficie tra i 2.000 e i 15.000 metri quadri: quindi monetizzazione della quota del 10%, da destinare a social housing. Anche perché: lì si può fare social housing o invece ci sono vincoli che lo impediscono?

Lunedì porteremo il tema in aula. Il punto per noi è semplice. La proprietà pubblica ha ricevuto in dono un edificio con il vincolo di destinarlo a una funzione specifica, che può articolarsi in tanti servizi. Durante la pandemia quante volte abbiamo parlato della necessità di diffondere sul territorio risposte ai bisogni socio-sanitari? Davvero dobbiamo attendere un pronunciamento nei tribunali?