Poste Italiane: sostegno allo sciopero, solidarietà al personale
“Aumentano dividendi e utili, ma non salari e diritti”
Dmitrij Palagi – Sinistra Progetto Comune
Comprendiamo il possibile disagio della cittadinanza e dell’utenza che oggi potrebbe trovare gli uffici postali del territorio chiusi, o far fronte a una presenza del personale ancora più ridotta del consueto.
Ci teniamo però a chiedere comprensione, esprimendo solidarietà al personale che ha scelto di aderire allo sciopero proclamato per l’intera giornata da Cgil e Uil.
Le ragioni della protesta sono chiare e condivisibili.
Il 22% del capitale sociale di Poste Italiane è in mano a fondi di investimento, spesso stranieri, che beneficiano dei dividendi, che quest’anno ammontano a 1,4 miliardi di euro, grazie a un utile netto in aumento del 4,1% rispetto all’anno scorso, da cui derivano ricavi per 12,6 miliardi di euro (+5%).
Il premio di risultato nelle buste paga rimane invece irrisorio rispetto ai costi della vita che aumentano. Ma è chi lavora tutti i giorni che garantisce i “risultati”.
Briciole ai dipendenti, brioche ai fondi di investimento.
A questo si aggiunge una strutturale assenza di personale nei ruoli a contatto con la clientela: sportelli postali e recapito.
Non solo: i salari sono insufficienti per poter vivere del proprio lavoro anche in questa azienda, soprattutto a Firenze, se si deve pagare un affitto o un mutuo.
Infine prendiamo atto di un’ulteriore segnalazione sindacale: la forte pressione commerciale nei confronti delle figure di consulenza spinge alcune persone a rinunciare a un contratto a tempo indeterminato e andare via, pur di non proseguire a operare in un ambiente considerato tossico.
Insomma, il modello di Poste Italiane verso cui si sta andando è di privatizzazione e di investimento unicamente sulle logiche di profitto, invece di pensare a un’azienda pubblica costruita sui servizi.
Ringraziamo chi oggi rinuncia a una parte del proprio salario per tutelare la propria dignità lavorativa e un’idea di servizi postali necessaria a tutta la cittadinanza. Sappiamo bene quando i singoli uffici siano un punto di riferimento soprattutto per chi deve fare fronta a barriere digitali e linguistiche.